L’igrometro nasce per riuscire a capire la quantità di umidità presenta nei gas, in particolare nell’aria che respiriamo. L’umidità è sempre presente e può causare problemi alla salute, quindi questo strumento diventa essenziale per capire quanto è umida l’aria, e prendere le dovute precauzioni qualora ce ne fosse bisogno. Ambienti troppo umido causano mal di ossa, problemi di respirazione, insorgere di muffe è molto altro, ma la stessa cosa vale per ambienti troppo secchi, quindi un po’ di umidità fa bene, ma ci sono parametri per riuscire a calcolarla in maniera accurata.
L’igronometro è uno strumento specialistico, e ne esistono di due principali categorie: chimici, ad assorbimento, a condensazione, elettrici e fotoelettrici. Precisiamo che non si tratta di uno strumento semplice da spiegare, ma ce la metteremo tutta, si tratta comunque di uno strumento che necessita mani esperte e specializzate, perché non funziona come un elettrodomestico, che basta azionare.
Cominciamo con la tipologia di igronometri chimici costituiti da 2 tubi a forma di U che comunicano tra loro, e vengono riempiti di sostanze igroscopiche e di aria, riescono a calcolare il livello di umidità dell’aria attraverso il rapporto tra l’acqua assorbita è quella abbandonata dall’aria, facendo calcoli esatti. Gli igronometri ad assorbimento lavorano in maniera diversa, calcolano la variazione di volume durante l’assorbimento di umidità, è uno dei più utilizzati è la tipologia detta a cappello, anche se non risulta precisa, nelle misurazioni, come gli igronometri chimici.
Una terza categoria, quelli a condensazione, lavorano secondo questo principio, ossia, la condensazione del vapore acqueo, e in questo caso si utilizza il modello di Regnault, formato da una scatola con parete speculare che contiene etere,mèche evaporando, immettendo aria al suo interno, fa uscire vapore d’etere. La parete si appanna e la temperatura dell’appannamento viene calcolata con un termometro, il rapporto tra la temperatura di evaporazione è quella dell’ambiente risulta nella misurazione dell’umidità relativa. Gli igronometri elettrici invece, sono in gradi di misurare l’umidità a distanza, grazie a dei sali igroscopici cosparsi su due elettrodi di metallo; infine, quelli fotoelettrici, si basano sul rapporto di luce del vapore acqueo che si trova nell’atmosfera.
Igroscopio: umidità nell’atmosfera?
Qui entriamo nella parte meno specialistica, nel senso che, mentre un igronometro solitamente calcola la quantità di umidità in ambienti, un igroscopio è in grado di calcolare la presenza di umidità nella nostra atmosfera, ma no la quantità. Si utilizza principalmente in meteorologia, e si basa sulla proprietà di alcuni sali igroscopici, come il cloruro di cobalto, che assorbe l’umidità cambiando colore, e in base al nuovo colore che assume, si può conseguentemente valutare la quantità di umidità presente nell’atmosfera.
Il colore del cloruro di cobalto ha la particolarità di passare da un colore azzurro se ci si trova in un ambiente secco, al colore rosa pallido, se ci si trova in un ambiente umido. Importante, un igroscopio calcola la presenta e non misura la quantità di umidità.